Il progetto “La biodiversità dentro la città: la Val d’Astino di Bergamo”, dopo aver vinto la III edizione del Premio Nazionale del Paesaggio promosso dal ministero della cultura, a Marzo 2021, conquista anche la vetta d’Europa, con il premio del Paesaggio del Consiglio d’Europa, che è alla sua VII edizione.
Con estremo orgoglio siamo entusiasti e fieri di aver condiviso il progetto bergamasco, che ha ricevuto questo premio prestigioso e meritatissimo. Fieri di aver contribuito e di partecipare costantemente, al mantenimento di questo paesaggio spettacolare, attraverso la coltivazione biologica delle vigne ai piedi del Monastero.
Non c’è occasione migliore infatti, per brindare con il nostro nuovo vino spumante “Sei”, che con il nome richiama non solo il vitigno che coltiviamo nei terreni argillosi adiacenti al monastero di Astino, (l’incrocio Manzoni 6.0.13) ma anche “l’essere”, che va al di là di ogni mera apparenza estetica e che si svela come qualcosa di più forte e possente, così come il progetto autoctono della Val d’Astino.
La vittoria è stata possibile infatti, grazie all’intento di non puntare solo sul fascino naturalistico del luogo (come avrebbero potuto fare tutti i partecipanti), ma anche su qualcosa di immensamente superiore, tra cui: la restituzione alla pubblica fruizione di un paesaggio in stato di degrado, la multidimensionalità, lo sviluppo sostenibile, l’approccio multidisciplinare al paesaggio con attenzione per la dimensione economico-produttiva, ambientale, estetica, culturale e sociale. Ma il punto di forza determinante della proposta è stato l’aver pensato a un progetto “dentro la città”, a portata della quotidianità dei cittadini bergamaschi, che sono stati attori protagonisti della rinascita e riqualificazione della zona.
Tornando ai vini biologici coinvolti nel progetto, il nostro “Sei” non è l’unica etichetta prodotta con le uve di Astino. Cogliamo l’occasione per informarvi che in primavera (aprile 2022), tornerà disponibile lo Zero di Astino, il nostro Brut nature bio, 100% chardonnay, con 0g/l di zuccheri, prodotto con uve di chardonnay che coltiviamo nei terreni ubicati accanto al monastero. Un vino pregiato, con perlage persistente e fine, ideale a tutto pasto.
Un po’ di storia
Al centro del territorio comunale di Bergamo, a pochi minuti a piedi dalla città, la valle di Astino ne custodisce la storia e la biodiversità. Qui nel medioevo fu costruito un monastero vallombrosano in mezzo a canali e coltivazioni. Fin dall’immediato secondo dopoguerra, le istituzioni locali e regionali pongono vincoli per proteggere l’area, ciononostante il monastero e l’intera area sono stati privatizzati e abbandonati, divenendo una periferia agricola degradata. L’ambizioso progetto di recupero e pianificazione del paesaggio della valle d’Astino è iniziato nel 2007 con l’acquisizione del monastero e dei suoi annessi agricoli da parte della Fondazione Misericordia Maggiore di Bergamo, che, stringendo accordi di collaborazioni con le istituzioni pubbliche e con aziende agricole e cooperative, ha avviato il restauro del complesso e il recupero paesaggistico del patrimonio terriero della valle all’insegna della biodiversità e delle coltivazioni biologiche. La cooperativa sociale Oikos, con Cascina del Ronco, ottiene la gestione dei vigneti nel 2014.
Nel 2017 è stato sottoscritto un Accordo di programma che si propone: la salvaguardia, gestione e pianificazione del paesaggio della valle di Astino; il recupero del monastero e delle cascine dell’area (Cascina Convento e Cascina Mulino) nonché del castello e dei sentieri; la creazione di percorsi didattici all’interno del bosco dell’Allegrezza; il recupero delle coltivazioni tradizionali, attuate secondo metodi biologici, e della rete idrica (frutto dell’azione secolare dei monaci); la costituzione di una sede separata dell’Orto botanico. In parallelo, sono state attivate una serie di iniziative culturali, didattiche e di formazione, legate al paesaggio e all’alimentazione, intese a restituire Astino e la sua Valle ai Bergamaschi.
Il paesaggio della valle di Astino fa parte della rete ecologica del Parco dei Colli, comprendendo corridoi ecologici per la conservazione delle biocenosi, potenziando la biodiversità, promuovendo le colture biologiche ed escludendo quelle industriali. Il progetto non esclude la presenza antropica, ma al contrario la promuove in maniera non invasiva. Per tale ragione la valle è raggiungibile in macchina soltanto fino a un punto di sosta e accoglienza progettato secondo criteri di mitigazione ambientale.